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POLITICA CITTADINA
I problemi di Monza
di Edo Melzi


Monza ha due problemi fondamentali che richiederebbero immediata attenzione ed impegno nella prospettiva di individuare soluzioni praticabili ed il più possibile condivise: si tratta della questione ambientale e di quella sociale.
Tanto sono rilevanti queste questioni quanto è assordante l'incapacità (o non volontà?) dell'attuale giunta di farvi fronte.

In compenso si assiste ad una serie di riti stancamente ripetitivi come, a settembre, l'ubriacatura in centro della manifestazione chiamata "Monza più" dove lo slogan "portiamo l'autodromo in città è sentito come una iattura da molti monzesi già tartassati abbondantemente tutto l'anno da traffico, rumore e smog in crescendo costante.
Riguardo a tali emergenze, che dovrebbero preoccupare seriamente amministratori locali a cui stanno
a cuore la città ed i suoi abitanti, il livello di attenzione è pressoché nullo e anzi ci si muove proprio
nella direzione di acuire ulteriormente il degrado ambientale progettando un distruttivo
maxicentrocommerciale e assurde varianti al piano regolatore con relativa cementificazione di aree
preziose come la Cascinazza, vero e proprio baluardo verde della zona meridionale della città.

Allorquando finalmente ci pensa il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) a sancire l'inedificabilità della suddetta zona in quanto area a rischio esondazione (facendo tirare un sospiro di sollievo a molti cittadini), il sindaco si mette a strepitare risentito affermando che farà di tutto per difendere l'interesse (sic!) della città.
Ma quali interessi? Solo quelli dei potenti di turno, non certo quelli, più che legittimi, dei cittadini che vorrebbero una città a misura d'uomo.

Sul versante sociale basterebbe citare l'incresciosa vicenda della cascina Cantalupo dove fondi regionali già stanziati avrebbero permesso la nascita di un centro di prima accoglienza ben strutturato
e funzionale ma… squallide diatribe all'interno della maggioranza hanno vanificato progetto.
Che dire degli anziani? A Monza non esiste più nulla che possa accoglierli ed una struttura essenziale
come Villa Serena è stata completamente disattivata.Evidentemente di tale condizione umana agli
amministratori monzesi importa assai poco.

Penso si possa affermare che le categorie "marginali" in città siano proprio quelle degli anziani e dei
bambini per le quali non si progetta alcunché mentre in altri centri dell'hinterland milanese ci si è
mossi con efficacia avendo la consapevolezza che una città vivibile non esclude ma include e si
preoccupa anche di chi è ormai fuori del circuito produttivo o non vi è ancora entrato.

C'è bisogno di un colpo d'ala, di creatività, di un cambiamento radicale.
A Monza le elezioni della prossima primavera rivestono un'importanza decisiva per dare finalmente
voce e risposta ad istanze troppo a lungo disattese totalmente.
L'augurio è che tutte le forze di opposizione all'attuale giunta, compresi movimenti e associazioni,
sappiano muoversi in questa direzione continuando e rendendo più incisivo un prezioso lavoro già
incominciato.

Edo Melzi


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 16 dicembre 2001